danza psicomotoria danza classica repertorio classico danza contemporanea danza neoclassica modern-jazz hip-hop flamenco danza del ventre Bollywood dance ginnastica dolce e posturale yoga nutrizione solfeggio Image Map


Metodica yoga per la danza

Cosa è lo yoga

Lo yoga è un antico sistema filosofico che, nell'ambito di questo progetto ci interessa per la sua valenza di lavoro psicofisico sul danzatore e come strumento per migliorarne le prestazioni. Il danzatore sarà messo in contatto col proprio corpo, nei suoi limiti e nelle sue potenzialità. Attraverso la presa di coscienza del respiro, vero cuore di questa pratica, la percezione di sè cambia. Il respiro ammorbidisce la muscolatura e libera le articolazioni rendendo i movimenti più fluidi e sciogliendo il corpo da tensioni e paure. Le posture classiche dello yoga intervengono per correggere eventuali difetti posturali, rendendo il corpo aggraziato e resistente agli sforzi. Il battito cardiaco, il flusso sanguigno e linfatico si regolarizzano e la mente si distende acquisendo la caratteristiche di serenità e attenzione, due poli nello yoga, non antitetici ma complementari. Attraverso il respiro si accresce il senso di radicamento a terra, la percezione del centro inteso come baricentro fisico che porta stabilità e controllo nei movimenti, e del centro come equilibrio emotivo tra le differenti polarità come creatività e apprendimento, introversione ed estroversione ecc. Fare una postura con la consapevolezza del respiro significa qualcosa di più che semplicemente fare del movimento. Il respiro dà presenza mentale nel lavoro che si sta facendo, pulendo la mente e rendendola più chiara e distesa.

Perchè lo yoga per i danzatori

Lo yoga, secondo le antiche scritture, è stato un regalo che il dio Shiva fece alla sua consorte Parvati. La trasmissione di questa disciplina avvenne sotto forma di una danza codificata attraverso la quale Shiva mostrò gli asana (posture) ai presenti. Anche la creazione e la distruzione del mondo come noi lo conosciamo è avvenuta sotto forma di danza: Shiva e Parvati, maschile e femminile, manifesto e occulto, danzano il Tandava per creare o distruggere. Per gli induisti, quindi, la danza ha un significato spirituale profondo di crescita nel senso di sviluppare maggior coscienza di se stessi. Lo yoga è una danza non solo a parole ma nella sua essenza di disciplina che tende all'armonia e all'equilibrio tra ciò che siamo e il mondo esterno. è un porsi nello spazio in maniera consapevole, una prossemica dell'individuo che vede unione e non differenza tra interno ed esterno. Questo avviene sia con la pratica degli asana che con quella di movimenti dinamici che si ripetono con costanza nel tempo, ma, soprattutto, con la coscienza del respiro come mezzo per interiorizzare la propria preparazione. Nel lavoro più propriamente fisico il danzatore sarà costretto ad utilizzare la destra e la sinistra in maniera equanime dando modo di riequilibrare il lavoro dei due emisferi del cervello. La creatività, quindi il lavoro sulla parte sinistra del corpo azionata dall'emisfero destro del cervello, diventa parte di un processo di apprendimento dove il danzatore impara rilassandosi, non essendo sottoposto allo stress del successo o del fallimento. Le posture, infatti, si devono adattare al danzatore, ai differenti corpi ed enfatizzano lo sviluppo della singola personalità in un lavoro d'insieme, collettivo.
Il lavoro sui due emisferi si equilibra perchè ad un lavoro di creatività ne viene affiancato uno di apprendimento, parte destra del corpo e sinistra del cervello, e il respiro diventa quel ponte che unisce la ricettività all'azione. La nozione di equilibrio allora diventa un gioco permanente tra polarità differenti: disciplina e creatività, contrazione e decontrazione; energia muscolare (quella che porta verso il centro) ed energia organica (che, dal centro e attraverso gli arti, permette di estendere); impegno e distacco dalla pratica; paura di fallire e desiderio di riuscire; ricerca di stabilità e rilassamento nella singola postura. Visto in questi termini l'equilibrio assume una connotazione dinamica, dove l'aggiustamento è continuo e fluidamente inserito nella realtà delle cose dove tutto è in perenne mutamento. Il lavoro che farà il danzatore sarà quindi aperto nei termini che Piaget indica nei suoi numerosi lavori: "…non concepiremo affatto l'equilibrio psicologico come una bilancia di forze in stato di riposo, ma in larga misura lo definiremo mediante la compensazione dovuta alle attività del soggetto in risposta alle perturbazioni esterne. Ne consegue che l'equilibrio così definito è compatibile con il concetto di sistema aperto…" (Jean Piaget – la funzione del concetto di equilibrio nella spiegazione psicologica).
Un altro aspetto pratico della metodica yoga per la danza è che aiuta il danzatore a proteggere il proprio corpo da infortuni e traumi. Nello yoga la pratica delle posture è finalizzata solo all'evoluzione della coscienza del praticante. Non ci sono gare o performance da fare, ma solo una pratica che aiuta a conoscersi meglio sia attraverso il movimento, sia attraverso un uso consapevole del respiro. Respirando il corpo e la mente lavorano all'unisono e le posture diventano qualcosa di più che una semplice manifestazione esteriore di capacità fisiche. è come sentiamo le posture e il respiro che entra ed esce dal corpo che diventa importante, come uniamo la stabilità e l'attenzione (sthira) allo stato di morbidezza e abbandono (sukha). L'osservazione allora si trasforma in un mezzo per diventare consapevoli dei propri limiti e lavorarci sopra. Oggi si sente spesso lo slogan "superare i propri limiti" ma questo non è possibile. Se si supera il proprio limite ci si fa male, e questa è una certezza. Con lo yoga impariamo a conoscere i nostri limiti così che, attraverso una pratica seria e costante, questi divengano conosciuti e non siano più i limiti che avevamo un tempo. Con la pratica il limite si sposta più in là e noi procediamo in avanti proteggendo il corpo. In altre parole, nello yoga l'energia segue sempre la coscienza e il praticante diventa sensibile e oggettivo su cosa sia possibile fare. Sviluppando una diversa percezione del proprio corpo il danzatore progredirà nella sua ricerca nel senso di creare spazio. Spazio nelle articolazioni così che i movimenti divengano più ampi; spazio nei muscoli nel senso di renderli pronti e reattivi a qualsiasi evenienza, abili nel contrarsi così come nell'allungarsi; spazio nella cassa toracica per accettare più respiro; spazio tra le vertebre per evitare spiacevoli traumi; e, soprattutto, spazio nella propria mente così da accettare i nuovi input che si scopriranno man mano che si progredirà.

La necessità di un corpo flessibile

Nel mondo moderno la rigidità è considerata normale e naturale, qualcosa di irrimediabile. Secondo l'opinione generale siamo rigidi perchè siamo fatti così, perchè diventare rigidi fa parte dell'invecchiamento e non vi si può porre rimedio. Il corpo inizia a irrigidirsi molto presto ed è per questo che bisogna lavorare sulla sua flessibilità già in tenera età.
La vita quotidiana richiede un numero assai limitato di movimenti e quindi il corpo non si muove a sufficienza. I danzatori, certamente, si muovono molto, hanno molte energie, ma sottopongono il loro corpo ad un lavoro faticoso che non di rado accelera il logorio delle articolazioni e dei muscoli e, a seconda del grado di rigidità, può condurre a patologie di tipo artritico e reumatoide anche se il soggetto è molto allenato. Chi pratica Flamenco sarà soggetto ad una mobilità ridotta dell'articolazione delle anche, il danzatore di Danza Classica potrebbe sviluppare rigidità del tratto della colonna vertebrale cervicale e lombo-sacrale, il performer di Hip Hop o Breakdance solleciterà l'articolazione scapolo-omerale in maniera costante, ecc.
A seconda del tipo di danza il corpo subisce stress fisici in parti differenti. Se i muscoli sono rigidi, il sangue stenta a penetrare attraverso i tessuti. Così il muscolo non viene irrorato e rimane carico di scorie. Se invece il muscolo è elastico, permette al sangue di attraversarlo ed è in grado di ricevere il nutrimento. Inoltre un muscolo elastico permette al sangue di eliminare in modo più efficace le scorie e permette di pomparlo verso il cuore in maniera efficace. Infatti, il cuore invia sangue ai tessuti ma non ha forza a sufficienza per farlo tornare indietro. Intervengono allora i movimenti dell'apparato respiratorio che spingono il sangue attraverso il tronco e, soprattutto, quelli dei muscoli delle gambe. Infatti, le vene che li attraversano sono compresse e rilasciate in maniera quasi costante dal lavoro muscolare delle gambe come il camminare o il semplice stare in piedi e questo fa sì che il sangue venga spinto verso l'alto, in direzione del cuore.
Elasticità, nutrimento ed eliminazione delle scorie sono, quindi, fattori dipendenti l'uno dall'altro.
Oltre a migliorare notevolmente la circolazione sanguigna, un muscolo flessibile aiuta anche la circolazione linfatica. Le cellule del corpo sono immerse in un liquido chiamato appunto linfa. La linfa, come il sangue, circola all'interno del corpo e lo protegge da batteri e virus. La sua circolazione è basata principalmente sulla compressione dei muscoli e sulle contrazioni ed espansioni dei movimenti respiratori. Lo yoga basando i suoi movimenti sull'unione del respiro al movimento migliora la circolazione linfatica e quindi le difese immunitarie.
Il lavoro fatto sul corpo con la metodica dello yoga aiuta inoltre a diventare più coscienti di rigidità non necessariamente genetiche. La rigidità, infatti, può essere provocata anche da stress fisico, come traumi o incidenti, o emotivo, come una forte paura, uno spavento, una situazione triste e dolorosa. Il corpo, allora, tenderà naturalmente ad irrigidirsi per inibire o alleviare le sensazioni dolorose sia fisiche che emotive. Se ci si sloga un'articolazione, una caviglia per esempio, i muscoli e i tessuti circostanti s'irrigidiranno formando una sorta di fasciatura naturale per evitare un ulteriore trauma della parte interessata. Questa risposta difensiva del corpo però, caricherà l'altra caviglia di un surplus di lavoro rendendola più rigida, perchè deve sostenere il peso che l'altra non sostiene più, e soggetta, quindi, a traumi. Spesso succede quindi che l'articolazione che diventa di sostegno alla fine subisca un trauma simile. Per non parlare poi di quando il corpo s'irrigidisce per evitare di manifestare emozioni che si reprimono trattenendo il respiro, tendendo la gola, irrigidendo l'addome, i glutei, le spalle etc.
Tutto questo crea una vera e propria sorta di armatura di contrazioni muscolari e rigidità articolari. Crea assenza di libertà di movimento e, soprattutto, assenza della coscienza dell'inibizione della libertà di movimento. Se si subisce un trauma fisico od emotivo abbiamo visto che il corpo reagisce irrigidendosi. Questa contrazione però non è cosciente e diventa velocemente parte del nostro corpo, del nostro essere: iniziamo ad eliminare alcuni movimenti dalla nostra quotidianità, accettiamo il fatto di non poter più fare delle cose ma senza coscienza del perchè succeda questo. Lo yoga interviene in questo processo destrutturandolo in maniera sistematica. Il lavoro ripartito in maniera equanime sulla parte destra e sinistra del corpo ci mette in contatto immediato con il disallineamento: quello che con facilità si fa da un lato non necessariamente riesce dall'altro. Questa prima coscienza prepara all'introduzione del lavoro sul respiro che renderà il corpo più elastico e morbido. Non sarà solo la ripetizione di un movimento o di una postura che creerà l'elasticità, ma la coscienza del respiro usato in maniera attiva e diretto verso la parte del corpo sulla quale ci interessa lavorare.

Il respiro

Questo è, chiaramente, il fulcro della disciplina yoga. è importante capire che il flusso del respiro è strettamente collegato con lo stato fisico dell'individuo, con l'elasticità muscolare e la mobilità articolare e quindi è necessaria una piccola spiegazione anatomica.
Nella respirazione i polmoni sono passivi: si espandono quando il torace si dilata e si restringono quando si contrae. Meccanicamente, quindi, la respirazione dipende dalla dilatazione e dalla contrazione toracica.
I muscoli responsabili di questo movimento sono il diaframma che dilata il torace dall'alto verso il basso, e i muscoli intercostali che dilatano il torace lateralmente e anteriormente. I muscoli del collo, della testa e delle spalle influenzano gli intercostali, mentre i muscoli pelvici e quelli addominali influenzano il diaframma. I muscoli superiori della spina dorsale sostengono la cassa toracica e gli intercostali, quelli inferiori il diaframma. Quando il diaframma si contrae, gli addominali si rilassano e viceversa quando si rilassa, i muscoli addominali si contraggono. Quindi, addominali contratti uguale a inibizione del diaframma.
Si capisce dunque come la capacità respiratoria e quindi la capacità di apportare nutrimento dall'esterno attraverso l'ossigeno sia legata indissolubilmente alla salute fisica. Se il corpo ha la giusta muscolatura e struttura ossea, il respiro sarà fluido e copioso, viceversa una schiena cifotica o scoliotica, per esempio, inibirà l'afflusso del respiro in certe aree dei polmoni creando un senso di stanchezza, di "vivere a metà". La spina dorsale si muove estendendosi quando si inspira e contraendosi quando si espira. La sua flessibilità è quindi importante per la salute fisica ed emotiva dell'individuo.
Il livello di energia in un individuo è strettamente correlato con la struttura della colonna vertebrale. Non è solo un problema di riallineamento di vertebre ma di salute del midollo spinale e di tutto il sistema nervoso. E' necessario, quindi, introdurre una pratica che renda i danzatori consapevoli della loro colonna vertebrale attraverso un serio lavoro sul respiro.

Rilassamento, apprendimento, memoria

Il rilassamento è necessario affinchè si sviluppi una buona capacità mnemonica e di apprendimento.
Il rilassamento nello yoga è associato allo stato di attenzione. Se il corpo e la mente sono rilassati il soggetto è più incline ad apprendere e memorizzare quello che gli viene insegnato; se ci si trova in uno stato di tensione emotiva sicuramente si tenderà ad avere un comportamento distratto e, a volte, aggressivo. Con le posture e la respirazione yoga, praticati in maniera seria ma allo stesso tempo ludica, si accresce la capacità di concentrazione e di conseguenza la facilità nell'apprendimento. La coscienza del respiro favorisce quello stato di calma che fa da fondamento alla vigilanza mentale, alla ricettività ed alla creatività.
Il rilassamento non è utile solo alla salute ma anche all'apprendimento.